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Andrea Aiello ha quattro figli, Pietro, Giacomo, Giulio ed Anita (nati tra il 2005 e il 2011).
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato.
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.
I bambini tutto sommato stanno bene,
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato.
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.
I bambini tutto sommato stanno bene,
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