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Padri Separati { 22 images } Created 15 Apr 2015

Nel 2011 i dati ci dicono che su 1000 matrimoni ci sono oltre 490 tra separazioni e divorzi, oltre 97.600 che hanno coinvolto quasi 110mila figli. E’ un trend in crescita inarrestabile da molti anni a questa parte.
Senza entrare nel merito delle leggi che gestiscono la fine di un rapporto di affetto e l’affido dei figli, quelli che generalmente non vivono più con i figli, sono i padri.
Ancora, senza entrare nel merito delle situazioni delicatissime e anche tragiche (economiche e personali) che si creano per la separazione per alcuni genitori, il punto che mi interessa è il rapporto con i figli.
L’improvvisa perdita di quotidianità, la gestione part time, la mancanza, la sensazione di perdita, quasi un lutto per la separazione dall’affetto dei figli, per il rapporto se non spezzato, distorto dall’allontanamento.
Quali sono i timori e le speranze per questi ragazzi che crescono con genitori che sono stati educati a pensare ad una vita strutturata in un certo modo ed ora ne hanno una davanti cui non sono probabilmente preparati.
Tra pochi anni, i figli di separati saranno adolescenti e saranno molti di più delle mosche bianche che eravamo abituati a conoscere fino ad oggi. Come saranno, avranno un carico di sofferenze maggiori, come lo gestiranno. Dipende molto, tanto da quello che oggi sapranno fare i loro genitori adesso.
Ho chiesto a tutti i soggetti un breve resoconto sulla fine del loro rapporto e poi di indagare sulle emozioni che provano, timori o speranze, desideri o paure, verso i loro figli che crescono.
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  • Giuseppe Fiore all'arrivo alla stazione di Milano. Per passare il week end con i ragazzi ha dovuto prendere un bilocale in affitto. Dopo la separazione, per lavoro, si è trasferito da Milano prima a Pescara e poi a Roma. Vede i suoi figli a week end alternati. La separazione con la ex compagna è stata sofferta e non è ancora approdata a un rapporto continuativo sereno.<br />
Il tempo è il suo punto focale.<br />
Il tempo che passa, che ogni 13 giorni fa crescere i figli, Rachele e Stefano. Il tempo che si manifesta, quando li rivede cresciuti. <br />
E’ il tempo che manca, che sarebbe necessario per seguirli con continuità nelle cose della vita, dai sentimenti allo studio.<br />
E’ il tempo che c’è, fatto di 48 ore dove, dice, si illude di poter concentrare tutto, esagerando a volte, rischiando di ottenere il risultato opposto a quello sperato.<br />
Il tempo che è passato da quando, nel 2008, dalla cura quotidiana, è arrivato a questa mutilazione del suo e del loro essere, condito da una co-genitorialità ancora sotto certi aspetti, conflittuale.
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  • Giuseppe Fiore nella sua casa di Milano. Per passare il week end con i ragazzi ha dovuto prendere un bilocale in affitto. Dopo la separazione, per lavoro, si è trasferito da Milano prima a Pescara e poi a Roma. Vede i suoi figli a week end alternati. La separazione con la ex compagna è stata sofferta e non è ancora approdata a un rapporto continuativo sereno.<br />
Il tempo è il suo punto focale.<br />
Il tempo che passa, che ogni 13 giorni fa crescere i figli, Rachele e Stefano. Il tempo che si manifesta, quando li rivede cresciuti. <br />
E’ il tempo che manca, che sarebbe necessario per seguirli con continuità nelle cose della vita, dai sentimenti allo studio.<br />
E’ il tempo che c’è, fatto di 48 ore dove, dice, si illude di poter concentrare tutto, esagerando a volte, rischiando di ottenere il risultato opposto a quello sperato.<br />
Il tempo che è passato da quando, nel 2008, dalla cura quotidiana, è arrivato a questa mutilazione del suo e del loro essere, condito da una co-genitorialità ancora sotto certi aspetti, conflittuale.
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  • Giuseppe Fiore nella sua casa di Milano. Per passare il week end con i ragazzi ha dovuto prendere un bilocale in affitto. Dopo la separazione, per lavoro, si è trasferito da Milano prima a Pescara e poi a Roma. Vede i suoi figli a week end alternati. La separazione con la ex compagna è stata sofferta e non è ancora approdata a un rapporto continuativo sereno.<br />
Il tempo è il suo punto focale.<br />
Il tempo che passa, che ogni 13 giorni fa crescere i figli, Rachele e Stefano. Il tempo che si manifesta, quando li rivede cresciuti. <br />
E’ il tempo che manca, che sarebbe necessario per seguirli con continuità nelle cose della vita, dai sentimenti allo studio.<br />
E’ il tempo che c’è, fatto di 48 ore dove, dice, si illude di poter concentrare tutto, esagerando a volte, rischiando di ottenere il risultato opposto a quello sperato.<br />
Il tempo che è passato da quando, nel 2008, dalla cura quotidiana, è arrivato a questa mutilazione del suo e del loro essere, condito da una co-genitorialità ancora sotto certi aspetti, conflittuale.
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  • Diego è un consulente informatico di 53 anni che ha fatto pochi anni fa un investimento particolare sulle colline di Borgo Taro, ha messo su un agriturismo con delle Yurte fatte arrivare direttamente dalla mongolia. Si divide perciò tra Milano e Borgo Taro dove vive con la sua compagna Simona.<br />
Si è separato quando i figli Sasha e Red avevano 2 e 4 anni, ora ne hanno 17 e 19. Con la ex moglie americana Jenny ha condiviso i figli a Milano, finché lei ha avuto occasione di tornare negli Stati Uniti prima e Perù dopo, per lavoro.<br />
Diego ha lasciato che lei non perderebbe le sue opportunità così come ha lasciato che Red, il più grande, terminasse il ciclo delle medie a Milano per un anno con lui, prima di raggiungere la madre.<br />
Con la madre ora gli scambi sono per lo più inerenti alle sole necessità dei ragazzi. I figli vanno e vengono liberamente, dagli Stati Uniti il grande (dove va al campus e dove si trovava al momento degli scatti), da Lima il piccolo, dove sta con la madre e sta finendo il liceo.<br />
Diego è sereno rispetto ai figli. Pensa che la madre abbia fatto un buon lavoro e che lui, stemperando alcune sue legittime aspettative forse pretenziose, aiuti i ragazzi a trovare un loro equilibrio. Diego ricorda come Red, il più grande, abbia avuto sempre molta sicurezza e sia sempre stato molto indipendente, senza mai creare alcuna preoccupazione. Tanto da temere, scaramanticamente, che prima o poi ne debba sopraggiungere qualcuna. <br />
Sasha ha i dubbi e i tormenti di un diciassettenne, e questo è normale, afferma. Adora stare con il padre in Italia aiutandolo nei lavori dell’agriturismo, piuttosto che stare a Milano dove pure ha amici e interessi. Il suo desiderio del momento, raccolto con un po’ di timore dalla madre, pare sia di fare il pecoraro. Intanto, finito il liceo vorrebbe prendersi un anno sabbatico per capire cosa fare e lo vorrebbe probabilmente passare almeno in parte a Borgo Taro. Cercando di sfruttare la serenità del luogo per trovare e cos
    ADIT1503_02144.jpg
  • Diego è un consulente informatico di 53 anni che ha fatto pochi anni fa un investimento particolare sulle colline di Borgo Taro, ha messo su un agriturismo con delle Yurte fatte arrivare direttamente dalla mongolia. Si divide perciò tra Milano e Borgo Taro dove vive con la sua compagna Simona.<br />
Si è separato quando i figli Sasha e Red avevano 2 e 4 anni, ora ne hanno 17 e 19. Con la ex moglie americana Jenny ha condiviso i figli a Milano, finché lei ha avuto occasione di tornare negli Stati Uniti prima e Perù dopo, per lavoro.<br />
Diego ha lasciato che lei non perderebbe le sue opportunità così come ha lasciato che Red, il più grande, terminasse il ciclo delle medie a Milano per un anno con lui, prima di raggiungere la madre.<br />
Con la madre ora gli scambi sono per lo più inerenti alle sole necessità dei ragazzi. I figli vanno e vengono liberamente, dagli Stati Uniti il grande (dove va al campus e dove si trovava al momento degli scatti), da Lima il piccolo, dove sta con la madre e sta finendo il liceo.<br />
Diego è sereno rispetto ai figli. Pensa che la madre abbia fatto un buon lavoro e che lui, stemperando alcune sue legittime aspettative forse pretenziose, aiuti i ragazzi a trovare un loro equilibrio. Diego ricorda come Red, il più grande, abbia avuto sempre molta sicurezza e sia sempre stato molto indipendente, senza mai creare alcuna preoccupazione. Tanto da temere, scaramanticamente, che prima o poi ne debba sopraggiungere qualcuna. <br />
Sasha ha i dubbi e i tormenti di un diciassettenne, e questo è normale, afferma. Adora stare con il padre in Italia aiutandolo nei lavori dell’agriturismo, piuttosto che stare a Milano dove pure ha amici e interessi. Il suo desiderio del momento, raccolto con un po’ di timore dalla madre, pare sia di fare il pecoraro. Intanto, finito il liceo vorrebbe prendersi un anno sabbatico per capire cosa fare e lo vorrebbe probabilmente passare almeno in parte a Borgo Taro. Cercando di sfruttare la serenità del luogo per trovare e cos
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  • Diego è un consulente informatico di 53 anni che ha fatto pochi anni fa un investimento particolare sulle colline di Borgo Taro, ha messo su un agriturismo con delle Yurte fatte arrivare direttamente dalla mongolia. Si divide perciò tra Milano e Borgo Taro dove vive con la sua compagna Simona.<br />
Si è separato quando i figli Sasha e Red avevano 2 e 4 anni, ora ne hanno 17 e 19. Con la ex moglie americana Jenny ha condiviso i figli a Milano, finché lei ha avuto occasione di tornare negli Stati Uniti prima e Perù dopo, per lavoro.<br />
Diego ha lasciato che lei non perderebbe le sue opportunità così come ha lasciato che Red, il più grande, terminasse il ciclo delle medie a Milano per un anno con lui, prima di raggiungere la madre.<br />
Con la madre ora gli scambi sono per lo più inerenti alle sole necessità dei ragazzi. I figli vanno e vengono liberamente, dagli Stati Uniti il grande (dove va al campus e dove si trovava al momento degli scatti), da Lima il piccolo, dove sta con la madre e sta finendo il liceo.<br />
Diego è sereno rispetto ai figli. Pensa che la madre abbia fatto un buon lavoro e che lui, stemperando alcune sue legittime aspettative forse pretenziose, aiuti i ragazzi a trovare un loro equilibrio. Diego ricorda come Red, il più grande, abbia avuto sempre molta sicurezza e sia sempre stato molto indipendente, senza mai creare alcuna preoccupazione. Tanto da temere, scaramanticamente, che prima o poi ne debba sopraggiungere qualcuna. <br />
Sasha ha i dubbi e i tormenti di un diciassettenne, e questo è normale, afferma. Adora stare con il padre in Italia aiutandolo nei lavori dell’agriturismo, piuttosto che stare a Milano dove pure ha amici e interessi. Il suo desiderio del momento, raccolto con un po’ di timore dalla madre, pare sia di fare il pecoraro. Intanto, finito il liceo vorrebbe prendersi un anno sabbatico per capire cosa fare e lo vorrebbe probabilmente passare almeno in parte a Borgo Taro. Cercando di sfruttare la serenità del luogo per trovare e cos
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  • Giovanni Pesce con le sue figlie Cecilia e … per la settimanale cena a lume di candela a casa sua.<br />
Giovanni è molto contento del rapporto che ha con le ragazze e la ex compagna che abita a pochi isolati: per le figlie è quindi semplice passare da un genitore all’altro. <br />
Hanno deciso di chiudere il rapporto quando i litigi stavano diventando strazianti per tutti. Ancora salvo il rispetto reciproco, sono riusciti a rimanere saldi nel ruolo di genitori rompendo la coppia. Affrancati dal consultorio e dallo psicologo, hanno affrontato un percorso fatto di caos emotivo, fatiche relazionali, paura per il giudizio altrui, orgogli feriti, aspettative deluse (proprie e del partner), timore della solitudine e del vuoto dopo anni di vita comune. Ovviamente paura di ferire ancor oltre le figlie.<br />
Il consultorio li ha aiutati a separare il ruolo di amanti da quello di genitori, a rispettarsi reciprocamente come genitori. E’ stato un punto di arrivo, ma anche di partenza: per una nuova relazione, più serena, sulla condivisione delle scelte importanti per le figlie, migliore di prima, quando, le problematiche di coppia confondevano i problemi.<br />
La moglie si è risposata e sta per avere un bambino, le figlie chiedono anche a lui una nuova compagna, per allargare la famiglia. Lui sente che il suo ruolo di padre è al sicuro e che la madre non lo ostacolerà mai in questo.
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  • Giovanni Pesce con le sue figlie Cecilia e … per la settimanale cena a lume di candela a casa sua.<br />
Giovanni è molto contento del rapporto che ha con le ragazze e la ex compagna che abita a pochi isolati: per le figlie è quindi semplice passare da un genitore all’altro. <br />
Hanno deciso di chiudere il rapporto quando i litigi stavano diventando strazianti per tutti. Ancora salvo il rispetto reciproco, sono riusciti a rimanere saldi nel ruolo di genitori rompendo la coppia. Affrancati dal consultorio e dallo psicologo, hanno affrontato un percorso fatto di caos emotivo, fatiche relazionali, paura per il giudizio altrui, orgogli feriti, aspettative deluse (proprie e del partner), timore della solitudine e del vuoto dopo anni di vita comune. Ovviamente paura di ferire ancor oltre le figlie.<br />
Il consultorio li ha aiutati a separare il ruolo di amanti da quello di genitori, a rispettarsi reciprocamente come genitori. E’ stato un punto di arrivo, ma anche di partenza: per una nuova relazione, più serena, sulla condivisione delle scelte importanti per le figlie, migliore di prima, quando, le problematiche di coppia confondevano i problemi.<br />
La moglie si è risposata e sta per avere un bambino, le figlie chiedono anche a lui una nuova compagna, per allargare la famiglia. Lui sente che il suo ruolo di padre è al sicuro e che la madre non lo ostacolerà mai in questo.
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  • Andrea Aiello ha quattro figli, Pietro, Giacomo, Giulio ed Anita (nati tra il 2005 e il 2011).<br />
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.<br />
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.<br />
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.<br />
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.<br />
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato. <br />
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.<br />
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.<br />
I bambini tutto sommato stanno bene,
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  • Andrea Aiello ha quattro figli, Pietro, Giacomo, Giulio ed Anita (nati tra il 2005 e il 2011).<br />
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.<br />
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.<br />
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.<br />
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.<br />
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato. <br />
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.<br />
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.<br />
I bambini tutto sommato stanno bene,
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  • Andrea Aiello con Pietro e GiacomoAndrea Aiello ha quattro figli, Pietro, Giacomo, Giulio ed Anita (nati tra il 2005 e il 2011).<br />
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.<br />
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.<br />
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.<br />
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.<br />
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato. <br />
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.<br />
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.<br />
I
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  • Andrea Aiello con Pietro e GiacomoAndrea Aiello ha quattro figli, Pietro, Giacomo, Giulio ed Anita (nati tra il 2005 e il 2011).<br />
Separato nel 2013 quando le tensioni con la moglie scoppiano irreparabilmente, complice sia l’ombra della crisi sul suo lavoro sia il nuovo lavoro di lei, che l’appassiona ma, suppone Andrea, fa saltare gli equilibri e ritmi della famiglia.<br />
Dopo aver tentato una terapia di coppia decidono per la separazione, informando i ragazzi solo dopo aver consultato psicologi per l’infanzia. Lui va a vivere poco lontano dalla casa dei ragazzi e li vede, oltre che nei week end alternati, anche il mercoledì, nel suo bilocale dove si alternano a coppie, sul letto a castello.<br />
Per Andrea la separazione è stata dura e a tratti insostenibile. Ha masticato, dice, tonnellate di solitudine. A maggior ragione se si viene da un nucleo con quattro figli.<br />
La solitudine del coricarsi solo o della colazione senza l’allegro frastuono di quattro bambini lo ha fatto soffrire. Il confronto con il passato era frustrante, tanto da vivere la dimensione del fallimento per aver perso una bellissima occasione in cui c’erano tutti gli ingredienti giusti: due ragazzi in gamba e quattro bambini bellissimi, nessun problema economico, tante energie positive. Tutto finito.<br />
Ma, sottolinea Andrea, si è poi tramutato in dispiacere. In fondo è finito solo il rapporto tra i coniugi, il resto si è trasformato. <br />
Ci sono stati anche lati positivi, anche il poter poltrire nel letto!, ma ancor di più il poter instaurare una nuova relazione con i ragazzi, sicuramente più gravosa, ma diversa ed entusiasmante perché più congeniale a lui. Di fatto oggi, lui e la madre, offrono ai bambini cose diverse rispetto a prima, perché più liberi, non più costretti a mediare. Certo, ancora soffre del cambio di ritmo, tra quando ci sono e quando no. La sensazione di vuoto quando mancano è pesante, ma si sta abituando.<br />
Nel suo caso, confessa Andrea, ad oggi è andata abbastanza bene.<br />
I
    ADIT1601_01984.jpg
  • Andrea Palermo nel locale dove lavora a Sesto San Giovanni con in mano un disegno simile a quello che le fece Matilde tempo fa. Alla sua destra la parete dove lascia che i figli degli avventori appendano i propri disegni. <br />
“Sogno ogni giorno, anche ad occhi aperti che Matilde mi abbracci.La vedo sempre cosi ,quando sono in macchina, a letto o al lavoro. <br />
Quando l’ho rivista il 25 luglio ero molto teso principalmente, ma è stata un' ora fantastica intensa...dove come per incanto ha ripreso a funzionare un ingranaggio fermato un anno e mezzo prima...si è  riaccesa una luce come se fosse stata spenta un minuto prima....è stato emozionante e naturale .<br />
Il desiderio più grande che ho è  che Matilde stia bene ... anche senza di me.. e che il trauma che in qualche modo dovrà affrontare non sia devastante per il suo futuro. ..<br />
Il saluto finale con la manina quando stava uscendo dalla stanza , tenendo sotto braccio il peluche che le avevo regalato è una foto indelebile emozionante ma alquanto straziante.”<br />
Andrea Palermo non vede la figlia Matilde, nata il 2011, dal dicembre 2012 a parte un ora, in ambiente protetto, il 25 luglio 2014.<br />
<br />
I genitori ebbero una relazione di pochi mesi non troppo convinta,dove la madre si dichiarò incinta quando non lo era. A fronte di ciò restarono insieme e la madre rimase davvero incinta di Matilde. Dopo un rapporto burrascoso si separarono ed Andrea provvide alla casa e all’assegno. Quando nel 2012 chiese, come da sentenza del giudice, di vedere la bimba anche da solo, la madre sparì. Denunciò anzi il compagno per violenze, ma fu provato che lei mentiva. Il tribunale ha assegnato la bimba ad una casa famiglia in vista di un ricongiungimento col padre.<br />
Ancora oggi non è rintracciabile, non si sa dove sono lei e la bimba.<br />
Solo lo scorso anno si fece viva e Andrea riusci a vedere la bimba per un ora, a luglio. Da allora non si sa dove sta.
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  • Andrea Palermo nel locale dove lavora a Sesto San Giovanni con in mano un disegno simile a quello che le fece Matilde tempo fa. Alla sua destra la parete dove lascia che i figli degli avventori appendano i propri disegni. <br />
“Sogno ogni giorno, anche ad occhi aperti che Matilde mi abbracci.La vedo sempre cosi ,quando sono in macchina, a letto o al lavoro. <br />
Quando l’ho rivista il 25 luglio ero molto teso principalmente, ma è stata un' ora fantastica intensa...dove come per incanto ha ripreso a funzionare un ingranaggio fermato un anno e mezzo prima...si è  riaccesa una luce come se fosse stata spenta un minuto prima....è stato emozionante e naturale .<br />
Il desiderio più grande che ho è  che Matilde stia bene ... anche senza di me.. e che il trauma che in qualche modo dovrà affrontare non sia devastante per il suo futuro. ..<br />
Il saluto finale con la manina quando stava uscendo dalla stanza , tenendo sotto braccio il peluche che le avevo regalato è una foto indelebile emozionante ma alquanto straziante.”<br />
Andrea Palermo non vede la figlia Matilde, nata il 2011, dal dicembre 2012 a parte un ora, in ambiente protetto, il 25 luglio 2014.<br />
<br />
I genitori ebbero una relazione di pochi mesi non troppo convinta,dove la madre si dichiarò incinta quando non lo era. A fronte di ciò restarono insieme e la madre rimase davvero incinta di Matilde. Dopo un rapporto burrascoso si separarono ed Andrea provvide alla casa e all’assegno. Quando nel 2012 chiese, come da sentenza del giudice, di vedere la bimba anche da solo, la madre sparì. Denunciò anzi il compagno per violenze, ma fu provato che lei mentiva. Il tribunale ha assegnato la bimba ad una casa famiglia in vista di un ricongiungimento col padre.<br />
Ancora oggi non è rintracciabile, non si sa dove sono lei e la bimba.<br />
Solo lo scorso anno si fece viva e Andrea riusci a vedere la bimba per un ora, a luglio. Da allora non si sa dove sta.
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  • Nicola Luisari e la figlia Rachele.<br />
Il matrimonio di Nicola è finito quando i suoi due figli, Rachele e Tommaso, avevano 9 e 13 anni.<br />
Dopo anni di lavoro sulle piattaforme, quando vedeva moglie e figli solo per le vacanze, la famiglia aveva trovato una base stabile a Londra. A quel punto il matrimonio è naufragato. Lui è ripartito per il Kazakistan, dove tuttora lavora sulle piattaforme petrolifere, mentre la famiglia da Londra si è trasferita in Francia.<br />
Il rapporto di Nicola è fatto di mesi in piattaforma alternati ai mesi in Europa quando incontra, compatibilmente con i loro impegni, i ragazzi. Con la madre invece non ha contatti, benché riconosce che abbia seguito bene i figli nello studio. <br />
In questi anni ha avuto timore a chiamarli a casa, di entrare in un mondo che non era più il suo, come un’invasione di campo a perturbare la loro vita quotidiana.<br />
Tommaso da luglio 2015, dopo diploma, è andato a vivere con il padre. Ha preso un anno sabbatico prima di ripartire per il college a Londra, a settembre 2016. Il ritorno non è stato semplice. Da un lato la grande gioia di vivere con il figlio, dall’altra la su richiesta di autonomia, mentre Nicola desiderava riprendere il suo ruolo di padre. La tensione si è smorzata con le lezioni di guida. In auto, nel chiuso dell’abitacolo, si sono trovati a parlare, e a capirsi. Nicola oggi riconosce che Tommaso è serio e maturo per la sua età.<br />
Rachele raggiunge il padre appena lui è di turno in Italia e lei ha la possibilità di lasciare gli studi. Trova che il rapporto con lei sia ottimo, la sua dolcezza lo disarmano e difficilmente riesce a dire no. I giorni con lei, dice, sono di vacanza e divertimento e, come ogni estate, aspetta il suo arrivo per passarla assieme, al meglio, fino alla sua partenza. Con la mente già al calendario per sapere la prossima volta che la rivedrà.
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  • Nicola Luisari e la figlia Rachele.<br />
Il matrimonio di Nicola è finito quando i suoi due figli, Rachele e Tommaso, avevano 9 e 13 anni.<br />
Dopo anni di lavoro sulle piattaforme, quando vedeva moglie e figli solo per le vacanze, la famiglia aveva trovato una base stabile a Londra. A quel punto il matrimonio è naufragato. Lui è ripartito per il Kazakistan, dove tuttora lavora sulle piattaforme petrolifere, mentre la famiglia da Londra si è trasferita in Francia.<br />
Il rapporto di Nicola è fatto di mesi in piattaforma alternati ai mesi in Europa quando incontra, compatibilmente con i loro impegni, i ragazzi. Con la madre invece non ha contatti, benché riconosce che abbia seguito bene i figli nello studio. <br />
In questi anni ha avuto timore a chiamarli a casa, di entrare in un mondo che non era più il suo, come un’invasione di campo a perturbare la loro vita quotidiana.<br />
Tommaso da luglio 2015, dopo diploma, è andato a vivere con il padre. Ha preso un anno sabbatico prima di ripartire per il college a Londra, a settembre 2016. Il ritorno non è stato semplice. Da un lato la grande gioia di vivere con il figlio, dall’altra la su richiesta di autonomia, mentre Nicola desiderava riprendere il suo ruolo di padre. La tensione si è smorzata con le lezioni di guida. In auto, nel chiuso dell’abitacolo, si sono trovati a parlare, e a capirsi. Nicola oggi riconosce che Tommaso è serio e maturo per la sua età.<br />
Rachele raggiunge il padre appena lui è di turno in Italia e lei ha la possibilità di lasciare gli studi. Trova che il rapporto con lei sia ottimo, la sua dolcezza lo disarmano e difficilmente riesce a dire no. I giorni con lei, dice, sono di vacanza e divertimento e, come ogni estate, aspetta il suo arrivo per passarla assieme, al meglio, fino alla sua partenza. Con la mente già al calendario per sapere la prossima volta che la rivedrà.
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  • Nicola Luisari e la figlia Rachele.<br />
Il matrimonio di Nicola è finito quando i suoi due figli, Rachele e Tommaso, avevano 9 e 13 anni.<br />
Dopo anni di lavoro sulle piattaforme, quando vedeva moglie e figli solo per le vacanze, la famiglia aveva trovato una base stabile a Londra. A quel punto il matrimonio è naufragato. Lui è ripartito per il Kazakistan, dove tuttora lavora sulle piattaforme petrolifere, mentre la famiglia da Londra si è trasferita in Francia.<br />
Il rapporto di Nicola è fatto di mesi in piattaforma alternati ai mesi in Europa quando incontra, compatibilmente con i loro impegni, i ragazzi. Con la madre invece non ha contatti, benché riconosce che abbia seguito bene i figli nello studio. <br />
In questi anni ha avuto timore a chiamarli a casa, di entrare in un mondo che non era più il suo, come un’invasione di campo a perturbare la loro vita quotidiana.<br />
Tommaso da luglio 2015, dopo diploma, è andato a vivere con il padre. Ha preso un anno sabbatico prima di ripartire per il college a Londra, a settembre 2016. Il ritorno non è stato semplice. Da un lato la grande gioia di vivere con il figlio, dall’altra la su richiesta di autonomia, mentre Nicola desiderava riprendere il suo ruolo di padre. La tensione si è smorzata con le lezioni di guida. In auto, nel chiuso dell’abitacolo, si sono trovati a parlare, e a capirsi. Nicola oggi riconosce che Tommaso è serio e maturo per la sua età.<br />
Rachele raggiunge il padre appena lui è di turno in Italia e lei ha la possibilità di lasciare gli studi. Trova che il rapporto con lei sia ottimo, la sua dolcezza lo disarmano e difficilmente riesce a dire no. I giorni con lei, dice, sono di vacanza e divertimento e, come ogni estate, aspetta il suo arrivo per passarla assieme, al meglio, fino alla sua partenza. Con la mente già al calendario per sapere la prossima volta che la rivedrà.
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  • Nicola Luisari e la figlia Rachele.<br />
Il matrimonio di Nicola è finito quando i suoi due figli, Rachele e Tommaso, avevano 9 e 13 anni.<br />
Dopo anni di lavoro sulle piattaforme, quando vedeva moglie e figli solo per le vacanze, la famiglia aveva trovato una base stabile a Londra. A quel punto il matrimonio è naufragato. Lui è ripartito per il Kazakistan, dove tuttora lavora sulle piattaforme petrolifere, mentre la famiglia da Londra si è trasferita in Francia.<br />
Il rapporto di Nicola è fatto di mesi in piattaforma alternati ai mesi in Europa quando incontra, compatibilmente con i loro impegni, i ragazzi. Con la madre invece non ha contatti, benché riconosce che abbia seguito bene i figli nello studio. <br />
In questi anni ha avuto timore a chiamarli a casa, di entrare in un mondo che non era più il suo, come un’invasione di campo a perturbare la loro vita quotidiana.<br />
Tommaso da luglio 2015, dopo diploma, è andato a vivere con il padre. Ha preso un anno sabbatico prima di ripartire per il college a Londra, a settembre 2016. Il ritorno non è stato semplice. Da un lato la grande gioia di vivere con il figlio, dall’altra la su richiesta di autonomia, mentre Nicola desiderava riprendere il suo ruolo di padre. La tensione si è smorzata con le lezioni di guida. In auto, nel chiuso dell’abitacolo, si sono trovati a parlare, e a capirsi. Nicola oggi riconosce che Tommaso è serio e maturo per la sua età.<br />
Rachele raggiunge il padre appena lui è di turno in Italia e lei ha la possibilità di lasciare gli studi. Trova che il rapporto con lei sia ottimo, la sua dolcezza lo disarmano e difficilmente riesce a dire no. I giorni con lei, dice, sono di vacanza e divertimento e, come ogni estate, aspetta il suo arrivo per passarla assieme, al meglio, fino alla sua partenza. Con la mente già al calendario per sapere la prossima volta che la rivedrà.
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  • Alessio e sua figlia Gemma.<br />
Alessio, giardiniere di Milano, si è separato dalla sua compagna non più di un anno fa. Vede la bimba una sera in settimana e a fine settimana alternati. Di solito prende il suo camper e va lungo i fiumi o al mare per passare il tempo con sua figlia immerso nella natura.<br />
Dopo che la compagna di Alessio gli disse che voleva separarsi i suoi pensieri andarono alla figlia. La paura di perderla non lo faceva stare tranquillo anzi, era l'idea che gli dava più ansia e dolore. Piangeva spesso anche davanti a lei, non riusciva a controllarsi. <br />
Pian piano nel tempo ha dovuto ricostruire un nuovo rapporto dettato dai tempi della separazione, un tempo intermittente.  Accettare di vederla meno e stare bene quando si sta insieme. Non sempre facile, aggiunge lui.. <br />
Alessio però si è sentito più libero di essere se stesso con sua figlia ora, senza essere più giudicato dalla compagna. Con questo cambiamento, pensa, Gemma ora sa meglio chi è lui.<br />
Cerca di coinvolgerla il più possibile nelle scelte che la riguardano, quelle che li riguardano cerca di prenderle insieme, nei limiti della sua età e delle possibilità.  <br />
Ora stanno bene insieme, scherzano e giocano ai suoi giochi di fantasia. <br />
Per il futuro spera lui vorrebbe rimanere un punto di riferimento per lei, che continui a volergli bene come ora e come gliene vuole lui. Spera di costruire un rapporto improntato sul rispetto, la fiducia reciproca, che sia sincero, divertente e stimolante. Desidera trasmetterle i suoi interessi e passioni come ricevere, conoscere e condividere le sue. Vuole vederla crescere e diventare un donna felice e che realizzi i suoi desideri e aspirazioni. Certo non sarà esattamente così perché sa che si scontreranno e magari litigheranno, ma senza mai rompere il loro legame.
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  • Alessio e sua figlia Gemma.<br />
Alessio, giardiniere di Milano, si è separato dalla sua compagna non più di un anno fa. Vede la bimba una sera in settimana e a fine settimana alternati. Di solito prende il suo camper e va lungo i fiumi o al mare per passare il tempo con sua figlia immerso nella natura.<br />
Dopo che la compagna di Alessio gli disse che voleva separarsi i suoi pensieri andarono alla figlia. La paura di perderla non lo faceva stare tranquillo anzi, era l'idea che gli dava più ansia e dolore. Piangeva spesso anche davanti a lei, non riusciva a controllarsi. <br />
Pian piano nel tempo ha dovuto ricostruire un nuovo rapporto dettato dai tempi della separazione, un tempo intermittente.  Accettare di vederla meno e stare bene quando si sta insieme. Non sempre facile, aggiunge lui.. <br />
Alessio però si è sentito più libero di essere se stesso con sua figlia ora, senza essere più giudicato dalla compagna. Con questo cambiamento, pensa, Gemma ora sa meglio chi è lui.<br />
Cerca di coinvolgerla il più possibile nelle scelte che la riguardano, quelle che li riguardano cerca di prenderle insieme, nei limiti della sua età e delle possibilità.  <br />
Ora stanno bene insieme, scherzano e giocano ai suoi giochi di fantasia. <br />
Per il futuro spera lui vorrebbe rimanere un punto di riferimento per lei, che continui a volergli bene come ora e come gliene vuole lui. Spera di costruire un rapporto improntato sul rispetto, la fiducia reciproca, che sia sincero, divertente e stimolante. Desidera trasmetterle i suoi interessi e passioni come ricevere, conoscere e condividere le sue. Vuole vederla crescere e diventare un donna felice e che realizzi i suoi desideri e aspirazioni. Certo non sarà esattamente così perché sa che si scontreranno e magari litigheranno, ma senza mai rompere il loro legame.
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  • Alessio e sua figlia Gemma.<br />
Alessio, giardiniere di Milano, si è separato dalla sua compagna non più di un anno fa. Vede la bimba una sera in settimana e a fine settimana alternati. Di solito prende il suo camper e va lungo i fiumi o al mare per passare il tempo con sua figlia immerso nella natura.<br />
Dopo che la compagna di Alessio gli disse che voleva separarsi i suoi pensieri andarono alla figlia. La paura di perderla non lo faceva stare tranquillo anzi, era l'idea che gli dava più ansia e dolore. Piangeva spesso anche davanti a lei, non riusciva a controllarsi. <br />
Pian piano nel tempo ha dovuto ricostruire un nuovo rapporto dettato dai tempi della separazione, un tempo intermittente.  Accettare di vederla meno e stare bene quando si sta insieme. Non sempre facile, aggiunge lui.. <br />
Alessio però si è sentito più libero di essere se stesso con sua figlia ora, senza essere più giudicato dalla compagna. Con questo cambiamento, pensa, Gemma ora sa meglio chi è lui.<br />
Cerca di coinvolgerla il più possibile nelle scelte che la riguardano, quelle che li riguardano cerca di prenderle insieme, nei limiti della sua età e delle possibilità.  <br />
Ora stanno bene insieme, scherzano e giocano ai suoi giochi di fantasia. <br />
Per il futuro spera lui vorrebbe rimanere un punto di riferimento per lei, che continui a volergli bene come ora e come gliene vuole lui. Spera di costruire un rapporto improntato sul rispetto, la fiducia reciproca, che sia sincero, divertente e stimolante. Desidera trasmetterle i suoi interessi e passioni come ricevere, conoscere e condividere le sue. Vuole vederla crescere e diventare un donna felice e che realizzi i suoi desideri e aspirazioni. Certo non sarà esattamente così perché sa che si scontreranno e magari litigheranno, ma senza mai rompere il loro legame.
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  • Alessio e sua figlia Gemma.<br />
Alessio, giardiniere di Milano, si è separato dalla sua compagna non più di un anno fa. Vede la bimba una sera in settimana e a fine settimana alternati. Di solito prende il suo camper e va lungo i fiumi o al mare per passare il tempo con sua figlia immerso nella natura.<br />
Dopo che la compagna di Alessio gli disse che voleva separarsi i suoi pensieri andarono alla figlia. La paura di perderla non lo faceva stare tranquillo anzi, era l'idea che gli dava più ansia e dolore. Piangeva spesso anche davanti a lei, non riusciva a controllarsi. <br />
Pian piano nel tempo ha dovuto ricostruire un nuovo rapporto dettato dai tempi della separazione, un tempo intermittente.  Accettare di vederla meno e stare bene quando si sta insieme. Non sempre facile, aggiunge lui.. <br />
Alessio però si è sentito più libero di essere se stesso con sua figlia ora, senza essere più giudicato dalla compagna. Con questo cambiamento, pensa, Gemma ora sa meglio chi è lui.<br />
Cerca di coinvolgerla il più possibile nelle scelte che la riguardano, quelle che li riguardano cerca di prenderle insieme, nei limiti della sua età e delle possibilità.  <br />
Ora stanno bene insieme, scherzano e giocano ai suoi giochi di fantasia. <br />
Per il futuro spera lui vorrebbe rimanere un punto di riferimento per lei, che continui a volergli bene come ora e come gliene vuole lui. Spera di costruire un rapporto improntato sul rispetto, la fiducia reciproca, che sia sincero, divertente e stimolante. Desidera trasmetterle i suoi interessi e passioni come ricevere, conoscere e condividere le sue. Vuole vederla crescere e diventare un donna felice e che realizzi i suoi desideri e aspirazioni. Certo non sarà esattamente così perché sa che si scontreranno e magari litigheranno, ma senza mai rompere il loro legame.
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